Il lampone è da sempre uno dei frutti di bosco più apprezzati. Il suo sapore molto dolce lo rende ideale come frutto da mangiare da solo o come ingrediente per sfiziosi dolci o anche marmellate. Inoltre, può anche essere utilizzato essiccato come ingrediente per un gustoso risotto. Inoltre, hanno degli ottimi valori a livello nutritivo, il che lo rende anche molto salutare.
La scelta di coltivarlo ha molteplici vantaggi. In primo luogo la possibilità di godere dei suoi frutti senza doverli acquistare, almeno nella stagione di raccolta, ci permette un bel risparmio. Inoltre, se vi volete cimentare in una piccola produzione a scopo di vendita, il lampone è in grado di valorizzare al massimo un terreno. Sì, perché essendo molto produttivo, permette una fonte di guadagno anche da un piccolo appezzamento.
Per come si sviluppa, risulta ideale da inserire in un orto, o anche ai margini del proprio giardino. Tra l’altro, il lampone è in grado di produrre anche in zone con poco sole, quindi piuttosto ombreggiate, quindi si adatta bene a varie situazioni.
Per quanto riguarda le varietà, la più conosciuta (se non forse l’unica conosciuta dal grande pubblico) è quella rossa. Tuttavia esistono tante altre varietà, come ad esempio quello giallo.

Tipo di pianta
La pianta del lampone è appartenente alla famiglia delle rosacee (come l’albicocco), e si presenta come un arbusto con altezza variabile. Presenta una ceppaia perenne, mentre è composta da una parte aerea di polloni e tralci. Come per la mora, la pianta è comunemente chiamata rovo.
Se non controllata, può diventare davvero difficile da arginare e andare ad infestare le altre colture. Ricordiamo che i polloni sono i getti nuovi che spuntano in primavera, e che con l’arrivo della piena estate (circa ad agosto) iniziano a lignificare, per poi fruttificare l’anno successivo.
Coltivazione

Essendo una tipica pianta da sottobosco, il lampone predilige un terreno acido, molto ricco di substrato organico. Questo perché se prendiamo esempio dal sottobosco in cui cresce, trova molta parte organica dalle foglie che, cadendo e decomponendosi, vanno ad arricchire il terreno.
Per quanto riguarda il clima ideale, la sua diffusione è prevalentemente nei climi miti, come quello tipico del nord e centro Italia. In natura lo si rinviene in zone di confine delle foreste di latifoglie, ad un’altitudine di circa 700-1400 metri. Come si può intuire, è una specie che non si fa problemi a resistere ad inverni rigidi, che anzi sono quanto mai provvidenziali per produrre al meglio. Si è stimato che richieda un minimo di 700 ore all’anno di temperature inferiori ai 7 gradi centigradi per poter garantire una fruttificazione di successo.
Come accennato, il terreno deve essere a composizione acida, e non sopporta affatto i terreni calcarei. Inoltre, la sostanza organica deve essere molto abbondante, e soprattutto il terreno deve essere in grado di trattenere l’umidità per le radici, che risultano essere superficiali. Difficilmente queste vanno al di sotto di 25 centimetri nel sottosuolo.
La piantumazione deve essere fatta tra novembre e marzo, nel periodo di riposo vegetativo. É sconsigliato coltivare in terreni dove sono presenti altri rovi o fragole, per evitare di stressare il terreno, rendendo difficile la crescita sana della pianta e dei frutti.
Il trapianto è fattibile anche più avanti nella stagione primaverile, a patto che il vaso dove sono contenute le piante sia piuttosto ricco di terra e nutrienti. Per la piantumazione, basterà una buca non molto profonda data la propagazione non profonda delle radici. I lamponi richiedono un buon quantitativo d’acqua, quindi in una stagione povera di piogge è meglio predisporre un sistema di irrigazione. É anche molto utile pacciamare il terreno, per evitare il proliferare di erbe infestanti.