È indicata come vegetazione spontanea il gruppo di piante che per crescere non necessitano di essere coltivate. Questo perché esse sono proprie dell’habitat circostante e traggono nutrimento dagli elementi naturali che le aiutano a riprodursi. Abbiamo già parlato per esempio delle piante della macchia mediterranea, che crescono nelle zone che si affacciano appunto sul mar Mediterraneo. Ogni regione geografica ha un suo gruppo specifico di piante spontanee che crescono in base al clima ed alle condizioni naturali. Molte delle piante spontanee sono alimurgiche ossia commestibili e raccolte dall’uomo per uso alimentare. Molto diffuse nella cucina popolare che le utilizza per lunga tradizione.
Diverse specie di piante spontanee sono utilizzate ad uso officinale e rivestono grande importanza in questo campo. Ovviamente è necessaria una grande conoscenza nella raccolta di piante spontanee per uso alimentare o officinale, in quanto molte di loro sono tossiche per l’uomo. L’Italia grazie alla sua importante biodiversità ha una vasta componente di piante spontanee che arricchiscono il suo bel patrimonio naturale.
Piante spontanee più comuni

Ecco alcune delle più comuni piante spontanee:
- Borragine. La borragine appartiene alla famiglia delle Borraginaceae, ha semi ricchi di acidi grassi polinsaturi. Utile come antinfiammatorio e per il sistema cardiovascolare.
- Cicoria. La cicoria è una pianta perenne della famiglia delle Asteraceae. Caratterizzata da fiori celesti, è utile per la sonnolenza, reni e fegato. Molto utilizzata in cucina in particolare per i piatti tradizionali del centro-sud Italia.
- Portulaca. La portulaca è della famiglia delle Portulacaceae. È una pianta ad alto contenuto di omega3. Molto diffusa in tutto il territorio italiano, in cucina è utilizzata di preferenza nelle misticanze.
- Acetosella. La pianta spontanea acetosella appartiene alla famiglia delle Oxalidacee, è diffusa in tutto il territorio italiano in special modo nelle zone costiere. Caratterizzata dai fiori bianchi o gialli è molto utilizzata in apicoltura.
- Cardo mariano. Il cardo mariano appartiene alla famiglia delle Asteraceae. La leggenda vuole che la Madonna dirigendosi in Egitto fece cadere un pò di latte allattando Gesù. Questo regalò le proprietà benefiche alla pianta.
- Ortica. L’ortica, sebbene temuta, ha foglie commestibili dopo attenta cottura ed è usata in agricoltura come antiparassitario.
- Ruchetta selvatica. La ruchetta selvatica appartiene alla famiglia delle Brassicaceae. Cresce anche in luoghi impervi ed è consumata in insalata o sulla pizza.
- Tarassaco. Il tarassaco, conosciuto come dente di leone, appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Utilizzato in apicoltura ha caratteristici fiori gialli. Ricco di sali minerali, vitamine A, C ed E e proteine. È utilizzato nelle frittate, nelle insalate e nelle tisane.
- La piantaggine. La piantaggine appartiene alla famiglia delle Plantaginaceae. È una pianta perenne molto diffusa nelle campagne. La raccolta avviene tutto l’anno. La pianta presenta importanti quantità di tannini, flavonoidi, acidi fenolici, saponine, sali minerali ed altre utili sostanze naturali. Le proprietà curative consistono in azioni antinfiammatorie, espettoranti, cicatrizzanti.
- Amaranto. L’amaranto appartiene alla famiglia delle Amarantaceae. È una pianta di origine sudamericana ma poi diffusasi in Europa. La pianta contiene sali minerali, calcio, ferro, vitamina A e C. Le foglie si consumano dopo attenta bollitura.
La raccolta delle piante spontanee

Prima di tutto occorre fare una premessa: è importante che chi si dedica alla raccolta delle piante spontanee ne abbia un’accurata conoscenza per evitare possibili intossicazioni. Se non avete una grande conoscenza delle piante spontanee, le prime volte fate la vostra raccolta in compagnia di qualcuno più esperto.
Il primo passo consiste nel raccogliere le piante in luoghi che siano privi di inquinamento. Poi raccogliete solo piante dall’aspetto sano e non visivamente malate. Una volta effettuata la raccolta evitare di porre le piante in buste di plastica, di preferenza sistemarle al sole se volete essiccarle. Poco alla volta diventerete dei veri esperti di piante spontanee.